L'Unheimliche di Freud: il familiare e le dimore del segreto
Per un confronto interdisciplinare ai margini del sapere
Nelle analisi di Freud, che si sono notoriamente soffermate su casi provenienti dal mondo dei miti e della letteratura, il padre della psicanalisi aveva introdotto e sviluppato il concetto del “perturbante” (Das Unheimliche), titolo del suo celebre saggio del 1919. Tale concetto esprime il sentimento di angoscia che si può provare di fronte a qualcosa che appare a prima vista familiare ed estraneo al contempo. Freud ha chiarito che tale senso di estraneità deriva da ciò che è noto, ma che è stato rimosso dall’inconscio in quanto generatore di turbamento. Il perturbante ha una consistenza enigmatica e oscura che genera inquietudine, timore e spaesamento, ma è anche in grado di esercitare un fascino straordinario, per la forte carica seduttiva che possiede. Attraverso ciò che “perturba” si viene a scoprire che lo spazio interiore del soggetto è abitato da una presenza estranea che non può ignorare, poiché riguarda l’essenza più profonda e misteriosa del suo essere.
Contributi di: Simone Berti, Guia M. Boni, Giovanna Borrello, Irma Carannante, Anna Cerbo, Federico Corradi, Emilia David, Ilaria Detti, Federico Fabbri, Anna Falcone, Valeria Giannantonio, Suzana Glavaš, Maria da Graça Gomes de Pina, Marie Jadot, Giulia Lorenzini, Giovanni Magliocco, Nicola Mariotti, Barbara Marte, Giuseppina Notaro, Franco Paris, Anna Maria Pedullà, Franco Quesito, Petre Răileanu, Giovanni Rotiroti, Luca Signorini, Gerolamo Sirena, Germana Volpe, Alberto Zino
€ 24.00
€ 22.80
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- 7
- 8
- 9
- 10
Psychanalitica 5
2024, pp. 354
Pubblicazioni del CIRLEP - Centro Internazionale di Ricerca su Letterature e Psicanalisi
Isbn: 978-88-32062-32-8